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sabato 22 maggio 2010

Dati Anagrafici


Stato: Italia

Zona: Italia Meridionale

Comuni: 551

Provincie: 5

Abitanti: 5.820.795

Geografia

La Campania è prevalentemente collinare e può essere divisa in due zone:


- Montuosa: Comprende l'Appennino Campano, formato da una serie di elevazioni e altopiani fra i quali scorrono i fiumi principali della regione: il Volturno ed il Sele.


- Piana: E' suddivisa in tante pianure divisa dai rilievi vulcanici come il Vesuvio e il Roccafonmina.

Le isole che fanno parte della regione sono quelle Ponziane e Partenopee.

Storia Della Campania

Abitata in origine dagli Ausoni e dagli Opici, verso l'VIII sec. a.C., fu invasa, sulle coste dai Greci, che fondarono la città di Cuma. Ma due secoli dopo le zone interne della regione furono occupate dagli Etruschi, che diedero vita ad una lega di dodici città con a capo Capua.
La lega e Cuma entrarono presto in conflitto, tra il 524 e il 474 a.C., e la prima ebbe la peggio.
Nella seconda metà del V sec. a.C., iniziò l'invasione dei Sanniti venuti dalle montagne, e Capua e Cuma furono conquistate. Gli invasori imposero il loro dominio e la loro lingua, mescolandosi in parte con la popolazione locale, e dalla fusione dei due popoli derivò la popolazione degli Osci, molto diversi dai Sanniti, tanto che, quando una seconda ondata scese dalle loro montagne per invadere la Campania, Capua si rivolse a Roma per essere difesa. Da qui l'origine delle tre guerre sannitiche, il cui esito fu l'occupazione di tutta la regione, sia interna sia costiera, da parte dei Romani, che vi fondarono parecchie colonie.
Con la discesa di Annibale, Capua ed alcune città minori, si organizzarono contro Roma nella seconda guerra punica, ma nonostante questo la regione subì un profondo processo di romanizzazione, conservando però caratteri greci in alcuni centri, come Napoli e Pompei.
Dopo aver fatto parte, con il Lazio, della prima regione d'Italia, la Campania divenne sotto Diocleziano una provincia a sé, mantenendo la sua unità anche sotto gli Ostrogoti e i Bizantini.
Con l'occupazione longobarda di Benevento, la regione fu divisa tra il ducato di Benevento, comprendente Capua e Salerno e Napoli e la regione costiera centrale, sotto il controllo dell'Impero Romano. Amalfi, invece, arricchitasi coi traffici marittimi, riuscì nei sec. IX-XI a divenire un fiorente ducato indipendente.
Dopo la definitiva conquista di Napoli, da parte dei Normanni, nel 1139, la Campania, nei sec. XII e XIII, fu compresa nel regno di Sicilia, divenendo a turno prima possesso degli Angioini e poi degli Aragonesi, sino all'inizio del XVI sec.
Dopo gli Spagnoli e gli Austriaci la storia della Campania, con l'avvento al trono di Napoli di Carlo VII di Borbone, coincide con quella del nuovo regno di Napoli e Sicilia, e poi con quella della Repubblica Partenopea e del Regno delle Due Sicilie.
Il periodo successivo all'unificazione d'Italia (1860), fu caratterizzato da gravi problemi economici e politici, come il risanamento di Napoli, dove nel 1884 scoppiò una grave epidemia di colera.
Nella Seconda Guerra Mondiale gli Alleati effettuarono un sanguinoso sbarco a Salerno e presero Napoli, quando ormai la città era stata evacuata dai Tedeschi. La Campania fu molto colpita dalla guerra, soprattutto nella sua parte settentrionale, dove si verificarono una serie di aspri combattimenti fra Alleati e Tedeschi, che andarono avanti fino all'inizio del 1944.

Feste Importanti

Tra le feste più popolari della regione cè ;

- L'Prijatorie, si svolge a Cerreto Sannita la quarta domenica di Quaresima ed è una specie di asta sui prodotti tipici che i cittadini donano alla chiesa locale durante l'anno. Il ricavato viene devoluto in beneficienza.

- La Festa d'o' cippo di Sant'Antonio, dedicata a Sant'Antonio Abate protettore degli animali, durante la festa i cittadini danno fuoco alla loro legna che fanno benedire. La mattina però si benedicono prima i propri animali.

- La Festa dei quattro altari, si celebra, ormai, ogni anno a Torre del Greco; si eseguono due processioni, una nel giorno del Corpus Domini, l'altra otto giorni dopo. Quest'ultima coincideva con la cosiddetta "Festa dei 4 Altari", che ancora oggi gli anziani la chiamano "a Festa 'e l'uttava". La festa si celebra nella parte più alta della città e ogni anno sono molteplici le iniziative per la festa: mostre d'arte, incisione su coralli e cammei, visite guidate al Museo del Corallo, spettacoli, concerti, esibizioni sportive. A chiudere la festa i tradizionali Fuochi a mare.

- Festa Dell'Uva, ogni anno la seconda domenica di settembre si rinnova il rituale che a partire dal ‘700 è stato consacrato alla Madonna dell’Addolorata. Protagonista della festa è l’uva. Gli acini con le loro svariate sfumature vengono utilizzati per disegnare le figure dei Carri Allegorici, realizzati per l’occasione da artisti, che sfilano per il paese. Adornano completamente la statua della madonna in processione per le strade di Solopaca. Nel Corteo Storico sfilano i personaggi più famosi del ducato dei Geva Grimaldi che hanno governato il paese per due secoli, con abiti d’epoca appositamente confezionati, interpretano con fantasia gli avvenimenti di quel periodo. Musicisti e sbandieratori seguono il colorato corteo. Bancarelle ricche di prodotti gastronomici, gli immancabili cavati, le salsicce alla brace, i peperoni imbottiti annaffiati da tanto Solopaca D.O.C. deliziano i festeggiamenti.

- Il Volo dell'Angelo, come da tradizione, le scene, che si rifanno al teatrino medioevale, si svolgeranno, appena officiata la messa solenne in onore di San Vincenzo Ferreri. Il bambino, legato ad una altezza massima di circa 25 metri tramite un gancio di sicurezza scorrevole su una fune d’acciaio che percorre un tragitto di circa 100 metri con una sosta centrale, dove dall’alto si libra sul sottostante diavolo. La leggenda narra che quella corda d'acciaio fu donata da un gruppo di emigranti gesualdini a lavoro su un mercantile statunitense attraccato nel porto di Napoli, per sostituire quella fune di canapa che si era rotta l’anno prima causando la caduta dell’angelo salvatosi miracolosamente proprio sotto gli occhi della statua del santo.

- I Fucanoli, sono dei falò accesi a Campagna, provincia di Salerno, sono tutti dedicati a Sant'Antonio.

Parlate Locali


In Campania si può riscontrare l'esistenza di vari dialetti/lingue. Infatti essi non discendono direttamente dall'italiano, bensì dal latino. Questo ha dato origine ai dialetti delle diverse parti d'Italia. In molte regioni, tra cui la soprattutto la Campania e il Veneto, i dialetti ancora oggi sono molto usati soprattutto in ambito informale. In Campania esistono vari dialetti:



· il Napoletano, che è parlato in tutta la Provincia di Napoli, nella parte settentrionale della Provincia di Salerno (A Castelvolturno, Aversa e comuni limitrofi, ad eccezione della zona situata fra Villa Literno e Frignano dove si parla il dialetto casalese).



· il dialetto avellinese parlato in quasi tutta la Provincia di Avellino,



· il dialetto beneventano, parlato nella Provincia di Benevento,



· il dialetto mondragonese-sessano, variante locale della lingua napoletana, parlato nella maggior parte della Provincia di Caserta e che fa parte della parlata del sud Pontino,



· il dialetto cilentano parlato nel Cilento (parte meridionale della Provincia di Salerno)

Pulcinella



La tradizione di Napoli vede in scena numerose maschere e personaggi, protagoniste sia dei presepi natalizi che della festa del Carnevale . Tra i nomi più conosciuti, vi sono senz’altro la Vecchia del Carnevale, il Pazzariello, Sarchiapone e, su tutti, Pulcinella.
Nota come una delle maschere più note della tradizione italiana meridionale, l’origine del personaggio risale al Seicento, anche se alcuni rintracciano primi cenni già nei personaggi delle “fabulae atellanae” come Macco e Dosseno. A spiegarlo è il Baracconi: “La satira, l’arguzia, il bisticcio e una festevolezza temperata dall’italica severità erano i caratteri delle commediole importate da Atella a Roma nei floridi anni della repubblica.

Fra gli altri personaggi ridicoli che in esse operavano piacevolissimi riuscivano il Macco ed il Bucco, due tipi di amabili furbi, due dannati ghiottoni, quali ne procrea infaticabilmente la patria napolitana. Essi hanno traversato il Medioevo sulla carretta del ciarlatano o sul palco dei saltimbanchi, per identificarsi alla fine nel moderno Pulcinella, il quale, del resto, col cappuccio e con l’abito, afferma ancora la vecchia origine campana.

Pulcinella discense da un contadino di Acerra, Puccio d’Aniello, che nel Seicento partì, nei panni di buffone, per rappresentare il personaggio in una compagnia di girovaghi. Ed è proprio ad Acerra, in provincia di Napoli, che oggi sorge addirittura il Museo di Pulcinella, del Folklore e della Civiltà Contadina. Fondato ed allestito nel 1992 dal Centro di Cultura “Acerra Nostra”, la sezione dedicata alla maschera si snoda lungo un percorso che affronta il viaggio di questo personaggio nella Commedia dell’Arte, Pulcinella e i suoi padroni, Pulcinella e la luna e Pulcinella nel mondo. E’ possibile inoltre ammirare nel museo costumi, maschere e foto degli attori che, nel corso degli anni, hanno interpretato Pulcinella. Tra i più celebri, Massimo Troisi ed Edoardo De Filippo. Non finisce qui: oggetti rari come un presepe pulcinellesco, un teatrino delle guarattelle e il monumento che riproduce il personaggio, opera di Gennaro d’Angelo.